Doppio Registro diffuso




Doppia Blockchain = 2 Registri su archivi diffusi + 2 reti hardware

= (Sicurezza Blockchain)2

Di base, gli NFT nativi di UniLedger vengono minati e conservati in Blockchain proprietaria, nei cui cromosomi sono impressi la tecnologia e il codice sorgente di Ethereum.
Tuttavia, UniLedger è pensata per fare di più.
Nel caso in cui la singola Università lo chieda espressamente (non è un obbligo), ciascun documento -o parte di esso- viene tokenizzato anche sulla Blockchain Ethereum.
Se, dove e in che misura trasporre contenuti in NFT, dipende dal documento che si tokenizza.
Per quanto riguarda i certificati di laurea/laurea magistrale/master: lato Blockchain proprietaria, UniLedger li riversa in NFT nativi, con tutte le informazioni inerenti ciascuna carriera; in più, lato Ethereum, viene offerta la possibilità di creare degli NFT con i soli dati giuridicamente di pubblico dominio.

Questa doppia attitudine non dovrebbe sorprendere affatto: in quanto Sistema Ethereum-based, è quasi scontato che UniLedger abbia la capacità di generare NFT ERC-721, che è il principale standard non-fungibile di Ethereum[1].



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La doppia registrazione degli NFT costituisce un plusvalore per tutti gli Stakeholder di UniLedger: il Sistema si basa così su ben due Registri, simili ma non identici nel contenuto, e al 100% scollegati fra loro.
Due Blockchain significano appunto doppio Registro, ossia reti di computer distinte, che lavorano su una coppia di binari paralleli.



In pratica, è come viaggiare su due treni per volta.

Il primo è appunto la Blockchain proprietaria UniLedger, studiata per un solo scopo, altamente specializzata per i documenti universitari: tanto nella loro gestione pratica, quanto per incontrare le esigenze di tutti i Player (sicurezza, stabilità, scalabilità, semplicità d’uso, fruibilità multi-device, flessibilità, automazione nella raccolta dati, tutela privacy, rispetto ambiente ecc.).

D’altro canto, il nostro percorso procede di pari passo su Ethereum.
Il perché di questa scelta? In sette parole, Ethereum è un nome che dà garanzie. Ciò vale sia in termini tecnologici, che finanziari[2], senza contare la folla oceanica di nodi che sostengono Ethereum, fisicamente estesa ai quattro angoli della terra.
Ethereum è oggi l’ecosistema più performante e maturo per smart contract e Applicazioni Decentralizzate (dAPP), detta gli standard più elevati nel campo degli NFT (ERC-721/ERC-1155/ERC-998); più in generale, Ethereum è la Blockchain che meglio si presta agli utilizzi che interessano le imprese.
Tanto è vero che Ethereum rappresenta in assoluto il progetto con più fee generate, nelle diverse applicazioni Blockchain; il suo asset nativo Ether[3] raccoglie, più di ogni altra alt coin[4], il denaro degli investitori istituzionali.
Se Bitcoin è mera riserva di valore (a onor del vero è ancora la Blockchain più capitalizzata, seguita da Ethereum), Ethereum è l’espressione più avanzata della tecnologia che sta letteralmente rivoluzionando le nostre vite[5].



Posto che sconsigliamo in ogni caso alle Università di generare NFT ERC-721 con informazioni che non siano di pubblico dominio, per amor di precisione, teniamo a puntualizzare un paio di concetti a riguardo.
Sebbene Ethereum sia una Blockchain pubblica e permissionless, all’atto pratico, gli NFT ERC-721 di UniLedger non ledono la privacy degli intestatari.
Per due ragioni: primo, ci serviamo di uno spazio privato all’interno di Ethereum; in secondo luogo, in assenza dell’hash identificativo dello specifico NFT, i nostri token ERC-721 sono pressoché irreperibili.
Per esempio, non conoscendo l’hash che identifica il certificato tokenizzato di Mario Rossi, non si potrà neppure trovarlo in Ethereum.
Comunque sia, ribadiamo quanto detto poc’anzi: è buona norma non registrare dati sensibili su una Blockchain, quale è Ethereum, dove può accedere chiunque e senza bisogno di autorizzazione. Anche tale scopo, fra diverse applicazioni per le quali Ethereum non è del tutto congrua, è stata progettata UniLedger.

In definitiva, la Blockchain Ethereum è un’ulteriore possibilità le cui porte UniLedger apre agli Atenei, uno strumento eccellente per tokenizzare alcune informazioni, non altre; il doppio Registro UniLedger-Ethereum rappresenta il miglior uso che un’Università possa fare della potente tecnologia Blockchain, massimizzando vantaggi, opportunità e sicurezza, generando documenti inoppugnabili, impossibili da falsificare, replicare, perdere, modificare retroattivamente e cancellare.

Approfondimenti/vedi anche: Ecosistema UniLedgerNFT di accessoDocumenti in NFTPOAPSBTCompatibilità con i principali walletUso degli hardware walletUso con Metamask.

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[1] Di standard non-fungibili (o semi-fungibili), in Ethereum ne esistono altri, quali ERC-1155 ed ERC-998.
Non è questa la sede per approfondire l’argomento.

[2] La capacità di una Blockchain di attrarre e conservare valore finanziario, è segno di apprezzamento da parte del mercato, che premia i progetti ritenuti validi: ciò interessa non solo gli investitori, ma anche chi utilizza la tecnologia sottostante ciascuna Blockchain, per sostenere la quale esistono le criptovalute e non il contrario. Questo vale per i progetti davvero meritevoli, il resto ricade in un cortocircuito tra fini (il valore della tecnologia di una Blockhain, le sue abilità, i problemi che risolve, le opportunità che crea ecc.) e mezzi (gli asset crittografici). Speculazione, dunque.
Il market cap di una Blockchain, quando non è fumo negli occhi e resiste stabilmente alla prova del tempo, è un indice -fra molti- di stabilità, affidabilità, tecnologia virtuosa, in pieno diritto di vivere e prosperare. Nel nostro Settore, la spazzatura, le shit coin -con rispetto parlando- sono al massimo fuochi di paglia. Talvolta fanno un po’ di rumore, una fiammata e un crepitìo, poi si affievoliscono.
Bisogna pensare alle criptovalute non come a qualcosa di evanescente, senza valore né virtù, polvere di stelle che non tocca terra; le criptovalute sono un po’ come le azioni di un’azienda in cui si crede, rappresentata in questo caso da una Blockchain con tutti i crismi, che con la sua tecnologia migliora le nostre vite. Così ragiona un investitore oculato, che fa fruttare il proprio denaro in maniera sana, finanziando il lavoro di chi cerca di costruire il bene proprio e del consorzio civile.

Il senso qui non è solo ribadire, a chiosa del presente articolo, l’importanza del market cap di una Blockchain: d’altro canto, si è inteso condividere una visione informata sul vero fine del denaro digitale, quale mezzo positivo e pro-positivo per produrre valore su larga scala.

Per terminare la digressione finanziaria, un ultimo appunto sulle criptovalute.
Non necessariamente una Blockchain deve comprendere una propria criptovaluta, che è e rimane una fra le mille applicazioni della tecnologia in oggetto.
Guardando a UniLedger e alla sua vocazione, il Team di sviluppo ha ritenuto inutile lo strumento del cripto-asset, perciò lo si è scartato da subito.
Oltretutto non siamo intermediari finanziari, tantomeno il Settore delle criptovalute rappresenta il nostro campo.

[3] Attenzione ai termini: l’asset nativo, la criptovaluta che sostiene la Blockchain Ethereum, è l’Ether; Bitcoin è la capostipite delle criptovalute, funziona grazie alla tecnologia della prima Blockchain ad aver visto la luce (2009), che si chiama anch’essa Bitcoin.

[4] Le alt coin sono gli asset nativi delle Blockchain, ossia le criptovalute, diversi da Bitcoin.
In pratica, il termine alt coin sottende una distinzione: da una parte c’è Bitcoin, dall’altra il resto delle criptovalute. E non perché Bitcoin sia per forza -in qualche modo- superiore a ogni altro cripto-asset, se non in market cap; semplicemente, ciò è dovuto al fatto che Bitcoin è nata per prima, come criptovaluta e Blockchain.
Ether, seconda solo a Bitcoin per capitalizzazione, è di gran lunga la regina delle alt coin.

[5] Bitcoin rappresenta la Blockchain 1.0, ormai superata da anni, che nasce dall’applicazione del protocollo Blockchain alla già esistente Distributed Ledger Technology (DLT).
In estrema sintesi, il protocollo Blockchain consiste nell’organizzare il Registro della DLT in una catena, una successione di blocchi di transazioni validate, concatenati gli uni agli altri mediante l’utilizzo di tecniche crittografiche.
Ethereum si trova un gradino più in alto di Bitcoin, è la Blockchain 2.0, figlia dell’applicazione del Distributed Computing alla Blockchain 1.0.
Con Ethereum nascono i token nel senso pieno del termine, compresi gli NFT, gli smart contract e i timestamp.
Ethereum ha un Registro programmabile, tanto che i suoi token sono dei mini-software, capaci di rispondere a eventi e generarne di nuovi; il Registro di Bitcoin, a differenza di Ethereum, permette sostanzialmente solo di prendere appunti.
Ethereum è anche la base della Blockchain 3.0, che origina quando un sistema di Distributed Computing opera condividendo una governance decentralizzata: è qui che si generano le dAPP, o Applicazioni Decentralizzate; a un livello ancora più alto troviamo le DAO, Decentralized Autonomous Organization, praticamente delle aziende senza personalità giuridica, governate da smart contract.



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