POAP


Sono dei particolari NFT, il cui utilizzo principe è certificare la presenza di una persona fisica a un determinato evento: per esempio una lezione universitaria, di cui ciascun POAP conserva tutte le informazioni rilevanti, fra cui data, ora, argomento, docente.

Non a caso, POAP è acronimo di Proof Of Attendance Protocol.
Possiamo paragonare i POAP alle firme sui registri cartacei che vengono utilizzati per raccogliere le presenze a lezione, con delle distinzioni: nel sistema tradizionale, è ben noto come le firme vengano applicate manualmente dallo Studente, su un supporto fisico di proprietà dell’Ateneo; al contrario, I POAP sono assegnati digitalmente dall’Ateneo agli Studenti, utilizzandone i rispettivi wallet, divenendo i POAP proprietà degli Studenti stessi.
Possiamo ipotizzare non una, ma molteplici procedure che consentano di distribuire i POAP alle persone fisiche.
Per esempio, i certificati digitali di presenza potrebbero essere rilasciati durante il classico appello, una volta accertate le identità delle persone in aula.
Come ipotesi di lavoro alternativa, una fra tante, suggeriamo un modello al 100% automatizzato: una linea dedicata a cui connettere i wallet personali, più un algoritmo che li rilevi, sbloccando le porte di accesso al minting dei POAP.
Le strade percorribili hanno confini più o meno ampi, in base alle esigenze da soddisfare.

Anche sulla spendibilità dei POAP a disposizione dello Studente, le possibilità sono vaste: si va dalla prerogativa di prenotare gli esami o accedere agli esoneri di metà corso, alla dimostrazione di aver preso parte a determinate attività, come ad esempio i laboratori o le ore di tirocinio professionalizzante.
I POAP possono essere adoperati per sbloccare particolari funzioni sulla Piattaforma UniLedger o su altre da noi create su richiesta delle le singole Università.

Per attestare le presenze a lezioni o eventi (anche da remoto), è indispensabile associare un wallet a ciascuna persona fisica. Ciò è possibile a mezzo delle chiavi pubbliche, che per i wallet sono come il codice fiscale, o le impronte digitali.

Sussiste una sostanziale differenza fra i POAP e gli SBT (v.d.): solo nel primo caso, nulla impedisce di trasferirne la proprietà a wallet terzi.
I POAP sono in grado di rivelare il destinatario originale (il primo proprietario), informazione che è sempre compresa nel curriculum di ogni token. Tale caratteristica rende i POAP ampiamente utilizzabili nell’ambito della certificazione delle presenze, senza rischio di errori.

Sebbene UniLedger sconsigli la circolazione fra wallet degli NFT-certificato[1], almeno all’attuale livello di acquisizione della tecnologia Blockchain da parte della società, per i POAP il discorso è diverso.
La proprietà dei POAP di UniLedger può essere trasferita fra wallet, senza particolari problemi: poiché questi NFT sono utilizzati come certificati di presenza in ambito ristretto, quello appunto di una specifica Università, sarà sempre e solo il sistema di validazione del medesimo Ateneo a riconoscerli e adoperarli. Ciò elimina il rischio di abusi su piattaforme esterne, peraltro già molto improbabile di per sé, oltre che del tutto impossibile su sistemi ben congegnati.



Vedi anche: Fungible, non-fungible, semi-fungible; NFT; SBT.



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[1]L’espressione circolazione fra wallet è una semplificazione.
Tecnicamente, sarebbe corretto dire l’assegnazione degli NFT ai wallet degli Utenti, tramite il sistema delle chiavi crittografiche: ciò darebbe la possibilità, fra l’altro, agli Utenti di trasferire la proprietà degli NFT ad altri wallet.

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