
NFT: possesso vs. (diritto di) proprietà
In questa sezione si spiega perché UniLedger registra on-chain tutti gli elementi inerenti le proprie certificazioni, senza ricorrere ad archivi esterni.
In tal modo la nostra Blockchain rappresenta un database autosufficiente, completo al 100%: gli NFT UniLedger comprendono in sé i documenti digitali che rappresentano, con i quali coincidono, senza l’utilizzo di puntatori che rimandino a registri terzi[1].
1 NFT certificato UniLedger = 1 Documento tokenizzato su Blockchain + Diritti di proprietà sullo stesso
Blockchain è la tecnologia su cui si basa il Web 3.0 (Decentralized Internet), che si contraddistingue per conferire all’utente la capacità di possedere dei beni digitali, ivi compresa una propria identità, acquisendo pieno controllo sui dati personali.
Possedere un token su Blockchain, per esempio un NFT o una criptovaluta, vuol dire avere la disponibilità della chiave privata a cui risponde il relativo smart contract[2].
Solo chi dispone della chiave privata di un token può invocarne la funzione di trasferimento, dal proprio wallet[3] verso un altro.
Nel caso degli NFT, il concetto di possesso è spesso fonte di equivoci e dubbi, bisogna prestare attenzione.
Possedere un NFT non vuol dire necessariamente possedere anche il bene digitale originale e integrale[4] di cui, spesse volte, l’NFT rappresenta un semplice diritto di proprietà[5].
Il dualismo si pone nel momento in cui il bene digitale (un’immagine, un video ecc.) sia archiviato off-chain, il che potrebbe chiamare in causa una Blockchain separata da quella che contiene il nostro NFT: in tal senso, off-chain non è necessariamente sinonimo di fuori da una Blockchain.
Anche per gli NFT artistici più importanti e blasonati, che nei marketplace possono essere quotati milioni di Dollari, viene tendenzialmente adottata la logica sopra descritta: da una parte l’NFT (on-chain), dall’altra il bene che esso rappresenta (off-chain).
Lo scopo di una simile scelta è intuitivo, contenere il peso dell’intera Blockchain, con implicazioni anche in termini di scalabilità.
Separare il bene originale dall’NFT non è una decisione di per sé errata; soprattutto in settori come quello dell’arte digitale, dove un soggetto può raggiungere dimensioni proibitive, in rapporto a potenza di calcolo e capacità di storage disponibili.
Un sistema utilizzato per archiviare off-chain il bene digitale originale è IPFS (InterPlanetary File System)[6], che rappresenta una soluzione di ottimo livello.
IFPS è un protocollo a metà strada fra Torrent e Bitcoin, che consiste in un registro decentralizzato e distribuito.
Pur non disapprovando il ricorso all’archiviazione off-chain, almeno in segmenti diversi dalle certificazioni universitarie, nel nostro caso abbiamo ritenuto incongrua questa scelta.
In UniLedger, l’immagine integrale del documento universitario non viene MAI scissa dall’NFT-certificato che lo rappresenta. I due elementi non possono essere separati, in nessun caso, poiché costituiscono un unicum indivisibile.
In altri termini, l’NFT è il certificato – più altri dati e metadati – non un token che rimanda a un bene digitale originale archiviato altrove.
Possedere un NFT-certificato su UniLedger equivale a possedere il certificato digitale stesso, non un semplice diritto di proprietà sul documento.
Vedi anche: Notarizzazione; Doppio Registro Diffuso.
[1]Quando il bene digitale originale è archiviato off-chain, pur disponendo dell’NFT che lo rappresenta, di esso non si possiede praticamente nulla: si dispone essenzialmente di un puntatore, ossia un indicatore, “una freccia” che rimanda al luogo fisico/digitale in cui è detenuto il bene in oggetto.
Nelle soluzioni con archiviazione off-chain del bene originale, di solito l’NFT ne contiene un semplice digest (o impronta digitale – in pratica un’immagine rappresentativa di dimensioni prestabilite, normalmente molto ridotte rispetto all’originale).
[2] Tecnicamente, una criptovaluta e un NFT sono essi stessi smart contract.
[3] I wallet sono i luoghi digitali dove gli utenti custodiscono le proprie chiavi private, da cui sono derivate le chiavi pubbliche, quindi l’indirizzo di ciascun wallet: tale processo di derivazione avviene tramite tecniche crittografiche.
[4] Questo articolo non prende in considerazione il caso di NFT che rappresentino diritti di proprietà su beni fisici. Tale tema meriterebbe una trattazione a parte.
[5] I termini in corsivo, possesso e (diritto di) proprietà, sottolineano la differenza fra i due concetti: come sappiamo, possesso è una situazione di fatto, in cui si ha la piena disponibilità di un bene; proprietà è un diritto sul bene, che non ne implica automaticamente il possesso.
[6] Il Sistema IPFS consente di distribuire dati su una vasta rete di nodi. L’archiviazione avviene in modo frammentato, cioè dividendo i dati in porzioni ridondanti, facilmente rintracciabili in rete grazie all’attribuzione di hash; ciascun nodo acquisisce le informazioni in modo selettivo, registrando solo ciò che gli interessa.
IFPS rappresenta una soluzione assai efficace, probabilmente il miglior candidato per costruire la memoria storica del Web in futuro.